Brevissimo quadro Palestinese o il grido di Gaza

Narrasi, ma forse è sola invettiva finzione di qualcun tra quegli scrittori amanti e fanatici di definir le più infauste e ferali circostanze con immagini quanto più verosimili, che per le vie della captiva Gaza siano tutti in festa, e che tra le bombe, finanche donne e parvoli scorrazzino giocondi, ballando e saltando al fragor degli urti. Taluno racconta eziandio che in Palestina, nel mentre che parliamo, muovano tutti insieme la favella in singolo coro e che questo riecheggi e giunga come eco d’un bellico ruggito all’assediata e “divina” Tel Aviv «Ha vinto! Hamas ha vinto!… Liberi!… Potenti!… Più ricchi ora siete, o sionisti!… Altro dardo, altra bomba sul mio capo, non badar a spese, o sionista, non badar!… Uccidimi, io son martir tuo. Non badar o sionista, non pietà!… Tutta tua la mia bella terra, or po’ esser!… Non badar, o sionista non badar! È certo; pien tornerai del soldo all’amici tuoi. Non badar o sionista!… A spese or non badar!».
Siffatta voce potentissima, almeno così dicono, da dì scuote intero l’Israele, portando sul terreno della divina “patria” insistenti e fisse domande tra gli Israeliti sconvolti e urtati. Questi or ora da tutti i lati del pensier loro, come accerchiati, vengono colpiti dall’interrogativo di quale possa essere l’utile chiesto e cercato da quelle stranissime creature della Palestina, e perché tali con fierissimo fervore seguitino nella richiesta di essere bersaglio dal cielo, quasi come se ogni ordigno per quegli insoliti individui schiudesse non morte, ma salvezza eterna…
Da quanto viene riportato molte già sono le soluzioni a tali quesiti che il versatilissimo popolo degli ebrei ha ben presto trovato; alcuni ritengono, considerato l’ingente costo delle armi in questione, che sia quello palestinese il tentativo di far sprecare e gettare via risorse e denaro al “divino Israele”, per indebolirlo e scagliarlo lungi dalla rinomatissima propria stabilità d’economia; qualcun altro invece, forse più fantasioso e divertito dal gratuito coro, immagina che continuino a domandar bombe solo per ben portare il ritmo dei propri balzi, allor chi in tal modo la pensa suggerisce d’ignorarli e far passare il coro: di saltare e danzare avrebbero presto avuto le gambe stanche!…
Altri ancora, benché questa opinione sia la meno diffusa, ritengono che tutto il popolo di Palestina abbia compreso, finalmente, di essere inferiore e stia chiedendo solamente di essere per intero sterminato. Queste alcune delle molteplici risposte al tormentoso quesito sulla natura e cagione di quell’assillante coro.
Fatto è che gli illustrissimi capi d’Israele hanno scelto d’accogliere a buon favore, certamente per eccesso di bontà, la supplichevole istanza dei vicini, che adunque continuano ad essere formidabilmente bombardati; che sia per fomentar le loro danze, o per concedere loro la richiesta morte, poco importa, perché è già stato deliberato di non badar a spese per il bene e l’utile comune.
Detto ciò, o lettori, per onesta d’intelletto e presa di posizione non posso che favorir la mia opinione sulla natura più intima di suddetto coro o invito o come voi vogliate definire lo slancio di voce di quel ferocissimo popolo; non potrei evitar di far notare come non rientri nell’opinione di nessun di quegli Israeliti, forse e quasi certamente per assenza nello spirito loro di ogni grandezza, l’idea che ogni bomba reca un martire e ogni martire è eroe ed ogni eroe fa grande la storia… Il popolo di Palestina saltellerà e continuerà a danzare, e canterà in eterno anche quando il suo ultimo figlio non muoverà più respiro, perché così fanno gli eroi, e vicina è l’ora!…
Da Gaza si estenderà sempre fierissimo il canto «Ha vinto! Hamas ha vinto!… Liberi!… Potenti!… Più ricchi ora siete!… La nostra terra, la Grande immortale Palestina non poteva essere, ma ora noi tutti da voi siamo fatti immortali! Martiri!… Eroi!… Storia!…»
In modo più che probabile, le azioni mosse da Hamas sono pura istigazione e invito alla violenza d’Israele; giungono nella maturata disillusione del sogno di avere una Grande Palestina; giungono attraverso uno sforzo spirituale ed eroico: il suicidio o la sterminio di un popolo rende lo stesso immenso, come è immenso lo spirito di un martire.
Hamas e Gaza vogliono la propria distruzione perché non hanno nulla più in cui credere se non nella grandezza del propio spirito, ed è così che la Palestina e Hamas hanno infine trovato vittoria, nel martirio.
La Palestina sta per essere coperta dalla Storia con la purpurea veste degli eroi immortali! Che questo sia un bene o un male, non so, ma è mia credenza e di altri ancora capaci di intendere con maestosità l’avvenire, che i carnefici poco avranno da piangere. Nuove terre, nuove città, più potere, altre ricchezze!…

Autore:
Alfredo De Felice

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