Lo spirito del mercante combattuto da Nietzsche

Sebbene l’uomo non visse costantemente in una società che tende a ridurre l’esistenza a pura ed elementare materia, nel tempo nostro, tale particolare condizione è imperante. Questo perché, come vedremo, ci fu imposto dallo “spirito del mercante” – colui che precluse la possibilità agli uomini di sublimare la propria condizione in quella corrente sempre in divenire e mai divenuta: lo spirito.
Il mercante si identifica come l’individuo che, in seno alle questioni di carattere economico, nutre una profonda attenzione (quasi maniacale ed ossessiva) – l’uno che pone come archetipo la materia più vile: il denaro.
Come già detto, l’uomo non visse sempre in queste condizioni.
Difatti, tale nuova tendenza fu generata da una svolta – che potremmo definire metafisica, poiché costruì, oltre che una nuova assiologia anche una alterazione del sistema economico e finanziario – che avvenne agli sgoccioli del XIX secolo e fu tosto compresa dalle menti più sapienti.
Il primario interprete ne fu Nietzsche che si frappose repentinamente a tale perverso mutamento, l’annuncio della morte di Dio ne dà esempio:
“Dio è morto, Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso“ (1), queste le veementi parole del folle le quali sottendono un significato profetico circa la carsica mutazione metafisica che ha generato la morte di Dio, la morte dei valori.
Invero, rispetto all’apparente interpretazione che si potrebbe dare a tali parole – ossia l’avversità di Nietzsche al mondo metafisico e la cogente scelta che l’uomo ha da compiere tra “Dioniso contro il Crocifisso” (2) – è necessario comprendere che esse denunciano, in verità, la scomparsa dell’ethos e dei valori cattolici in favore dell’avvento del monetarismo e del mercantilismo, poichè, nei fatti, il folle parla ai mercanti “gli assassini di tutti gli assassini”.
In questi termini, lo “spirito del mercante“ riuscì a sottomettere la teologia, lo spirito e la religiosità – per secoli principio cardine nella società – generando un nuovo Dio: il denaro.
Difatto, non si comprenderebbe il medioevo senza la presenza di Dio e della dimensione teologico/religiosa, così come non si potrebbe comprendere l’Ottocento – l’età capitalismo – senza la presenza del denaro.
Questa distorsione metafisica, e la posizione avulsa di Nietzsche nei confronti della società borghese-capitalistica, portò il filosofo prussiano a percepire un apocalittico sentimento di fine per via del vortice nichilistico entro cui l’uomo era sprofondato. Parimenti, vista la necessità di dare una nuova dignità ad un uomo stritolato e banalizzato dal vuoto nichilistico generato dal materialismo – giacchè il nichilismo si manifesta quando l’uomo non riesce a dare sacralità alle cose: quando non viene colta la presenza dello spirito all’interno della materia – Nietzsche si convinse ad elaborare una metamorfosi dello spirito per allontanare gli uomini dal “tempo in cui l’uomo non genererà più stelle” (3).
Nietzsche teorizzò l’Oltreuomo.
Dobbiamo leggere l’avvento dell’Oltreuomo Nietzschiano – che raggiunge un grado di spiritualità quasi religiosa diventando, nei fatti, “il suo stesso Dio” – che desidera abbattere e distruggere il mondo del materialismo nichilistico, come la risposta tellurica al trionfo del sistema socio-politico dell’ “ignobile materialista”, dell’ultimo uomo; dal momento che l’essere passivo che conduce una vita sottomesso dalla materia è scosso dall’Oltreuomo: l’unico vero essere in grado di estrinsecare la propria volontà creatrice – di generare, non dalla materia come fa lo spirito mercante col denaro, ma dal vuoto, previa della metamorfosi dello spirito; manifestazione concreta dell’elevazione dell’uomo da una condizione contingente ad una condizione assoluta che permette allo “spirito del fanciullo” di creare nuovi eterni orizzonti.

Note.
1� /La Gaia Scienza – F.Nietzsche/
2� /Ecce Homo – F.Nietzsche/
3� /Così parlo Zarathustra – F.Nietzsche/

Autore:
Daniele DF

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